Lateral thinking: pensare fuori dagli schemi.

In un contesto professionale in cui stanno cambiando le regole, gli schemi e le competenze, si sente sempre più spesso parlare di nuove skills fondamentali da acquisire e sviluppare.

Una di queste è il lateral thinking, ovvero il pensiero laterale. Il termine è stato coniato da Edward De Bono (scrittore, psicologo e professore di Cambridge, Oxford e Harvard) nel 1967 e indica un metodo di risoluzione dei problemi in maniera creativa che genera una soluzione diversa da quelle più scontate.

De Bono, oltre ad aver qualificato per la prima volta il pensiero laterale, ne ha anche definito le 4 aree di impiego, ovvero:

  • La creazione e proposizione di nuove idee;
  • La ricerca e lo sviluppo di nuove possibilità di business;
  • Il riconoscimento, lo sviluppo e la massimizzazione delle migliori opportunità di crescita;
  • La capacità di analisi dei processi creativi per adattarli al mondo reale e alle sue regole.

Il pensiero laterale si differenzia quindi dal pensiero verticale, quello più comunemente utilizzato che conduce a soluzioni più standardizzate e talvolta meno efficaci. Come afferma Edward De Bono, infatti: “La correttezza è ciò che conta nel pensiero verticale. La ricchezza è ciò che importa nel pensiero laterale. Il pensiero verticale sceglie un percorso escludendone altri. Il pensiero laterale non seleziona ma cerca di aprire altre vie. Con il pensiero verticale si seleziona l’approccio più promettente a un problema, il miglior punto di vista su una situazione. Con il pensiero laterale si generano tanti approcci alternativi nel campo delle possibilità. Con il pensiero verticale è possibile cercare approcci diversi fino a trovarne uno promettente. Con il pensiero laterale si procede generando tanti approcci secondo le possibilità, anche dopo che se ne è trovato uno promettente. Con il pensiero verticale si cerca di selezionare il miglior approccio, mentre con il pensiero laterale si generano diversi approcci per il gusto di generarli”.

Pertanto, se alla base della logica verticale domina la consequanzialità che porta ad escludere un gran numero di alternative senza neppure considerarle, il pensiero laterale è ipotetico e probabilistico e supera le convenzioni a cui siamo abituati e spesso legati.

Questa importante skill crea grandi benefici all’interno delle organizzazioni, infatti:

  • arricchisce la più comune skill del problem solving, essendo essa stessa una modalità di risoluzione dei problemi;
  • rende più efficienti i processi aziendali, permettendo di generare nuove modalità di svolgimento dei compiti assegnati;
  • genera innovazioni e nuove invenzioni lasciando liberi i dipendenti di esprimersi.

Tra le tecniche più conosciute per sviluppare e applicare il pensiero laterale, Edward De Bono ha creato quella dei sei cappelli, la quale ha come scopo quello di analizzare le situazioni da punti di vista differenti per poi giungere alla soluzione più adatta:

  1. Il Cappello bianco della razionalità, serve per valutare tutti i fatti e i dati oggettivi;
  2. Il Cappello rosso delle emozioni, permette di dare la giusta considerazione all’aspetto emotivo;
  3. Il Cappello nero della negatività, per analizzare tutti gli ostacoli e i limiti;
  4. Il Cappello giallo della positività, ci aiuta ad individuare le opportunità che ci si presentano;
  5. Il Cappello verde della creatività, per elaborare nuove soluzioni creative;
  6. Il Cappello blu del controllo, che rappresenta il pensiero strutturato: una volta individuata la soluzione, bisogna passare all’organizzazione per attuarla.